ZUPPA DI FAVE FRESCHE

E questo è un altro piatto della serie "ma chi me l'ha fatto fare etc etc .." (cioè, della stessa serie del rotolo di ricotta e spinaci).
E la risposta è sempre la stessa.
Ma se la risposta è la stessa (che non ripeto, tanto chi segue questo blog la sa già, e per gli altri...pace, sopravviveranno, salvo leggersi il post precedente), la rottura di scatole no, è diversa. Diversa da quella di pulire gli spinaci da ogni residuo di terra, fargli fare mille acque, togliere ogni traccia di terriccio, sbollentarli, spremerli, passarli in padella col burro, frullarli...
No, qui la rogna è peggiore! Qui si tratta di fave! Fresche, ovviamente. E comincia già al mercato, nel momento in cui compri le fave: il portafoglio piange: per ottenere due etti di "prodotto edibile" (wow! che bella parola, mi si forma sempre un bel porcino in mente, quando la pronuncio - cioè mai -) me ne devo comprare circa mezzo chilo! Questo vale a dire che il baccello (ancora wow!) e la pellicina incidono per ..la metà, no.., dunque, il cento per cento, no, il duecento per cento...diviso due fratto pigreca il tutto moltiplicato il raggio del quadrato dell'ipotenusa...insomma, alla fine, pago mezzo chilo di fave ma di fave vere ne ho solo due etti circa, e tre etti sono di scarto grrrrr (ce l'ho fatta, lo scarto è del 60 per cento, arghh). E non la chiamate rogna, questa? E quindi, prima contrarietà. Ma il bello viene dopo, al momento di pulirle! Essì, perchè 'ste accidenti di fave, mica sono come i piselli, che li sgrani e vai, no..! Oltre a sgranarle, che certo, non è una fatica ma è sempre un lavoro che richiede tempo, le suddette (fave) sono infatti ricoperte di una "sottile" pellicina (sì, anche quelle piccole e tenere, inutile stare lì a contarcela), talmente sottile che è mooolto meglio levarla prima, sbollentando le stesse per un minuto circa e poi....levandogliela a una a una, fava per fava! Una cosa da pazzi, peggio del cubo di Rubik! Meno male che io e Gabriele siamo solo in due, altrimenti avrei rinunciato da subito, a fare questa semplice zuppa!
Posso solo dire che il risultato ripaga del tempo impiegato, senza dubbio, ma di certo il tempo richiesto fa di questo semplice piatto una preparazione da programmare con anticipo.
Forse, un tempo, questa minestra era un piatto povero, ma ora è di certo un piatto da ricchi: ricchi di tempo (la ricchezza più importante, per me), cioè un piatto per gente che sta a casa (accidenti alle femministe!), per quella fortunata categorie di persone a cui vorremmo tutti appartenere, o comunque io di sicuro, cioè quella dei "rentiers" e dei mantenuti/e!!
...eh, l'ho sempre detto che nella vita, ho sbagliato tutto ! ;-)

P.S. Non appartenendo, purtroppo, a nessuna delle fortunate categorie, io infatti ho preparato questa gustosa zuppetta oggi, che sono a casa dal lavoro. Giusto per precisare..;-)

ZUPPA DI FAVE FRESCHE

Ingredienti per due persone

Mezzo chilo abbondante di fave fresche (per avere circa 250 gr di prodotto finale)
brodo vegetale 600 ml circa
olio extra vergine di oliva, 4 o 5 cucchiai
mezzo spicchio di aglio schiacciato
un cucchiaio di cipolla tritata
origano
sale

Preparazione:
Sgranate le fave.
Portate a ebollizione una pentola d'acqua e scottatevi le fave sgranate per circa un minuto.
Scolatele e, una per una, facendo una incisione lungo una estremità con un coltello e premendo con due dita, fate uscire le fave dalla loro pellicina, una per una.
In una casseruola, fate imbiondire nell'olio la cipolla con l'aglio e l'origano.
Gettatevi le fave spelate e fate prendere gusto per circa cinque minuti
Aggiungete il brodo bollente e coprite per circa 30 minuti. Levate dal fuoco e, con il minipimer, frullate un poco, facendo attenzione però a lasciare ancora delle fave intere. Rimettete sul fuoco a recipiente scoperto, aggiustate di sale e fate cuocere ancora per circa 15 o 20 minuti, finchè la zuppa non avrà raggiunto la consistenza desiderata.
Servite, se vi piace, con crostini di pane abbrustolito e strofinati con aglio.