TORTA AL CIOCCOLATO BIANCO o BLONDIES....di Donna HAY??




Buona buona buona, veramente buona, morbida, umida, questa semplice ma meravigliosa torta di Donna Hay...no...di Carla Bardi, no...ehmm...no, della "Mondadori Editore", no..di "Cucina Moderna", no...no, aspetta, ah, sì, della zia della mia amica, no...della mamma del fidanzato della sorella di mio genero, no..di....
Insomma, ma..di chi è 'sta torta??
Già, ...già solo dire "di chi è" una torta, suona già ben strano!
In genere lo diciamo di un vestito...oops, di un abito - scusate la volgarità dei termini che a volte mi scappano -, di un abito, dicevo, di una crosta..ooops, di un'opera d'arte (idem come sopra), di una creazione, ma di una torta, ooops, di un dolce da forno, o di un cremoso, o di un cake, volevo dire (bi-idem come sopra), di un dolce, dicevo proprio no.
Ma invece ora gira così.
Il mondo gira così.
"La crostata morbida di Miss X", " la torta ai lamponi di Zia Peppa", il tiramisù dello Chef Tal dei Talì (francese, ovviamente), tutta gente un tempo non troppo lontano relegata nel pur decoroso angolo degli artigiani  pasticcieri, o panettieri, o chef ed ora assurta a dignità di artista  o, ancora meglio, di Dio dell'Olimpo.
E quindi guai, guai a non nominare l'autore, o l'autrice, di queste nuove opere d'arte, osannate da tutti e da tutto il mondo riconosciute.
Ed ecco che  comunque, venendo al sodo, volevo fare una tortina al cioccolato bianco. 
Sì, perchè il cioccolato bianco è più morbido, cremoso, e da cotto, per me,  ha un gusto migliore di quello scuro, fondente o al latte che sia, è solo molto dolce, ma in una torta, certo non guasta; e poi ho pure visto lui, il Maestro Montersino, in un video, affermare che in ogni dolce (o cremoso?) al cioccolato sarebbe bene inserire un po' di cioccolato bianco, per dare più morbidezza e cremosità. 
Ed ecco quindi che mi accingo a cercare tra i miei tomi una tortina al cioccolato bianco. Non in rete, che non ho voglia di scopiazzare gli impiastri altrui, vorrei qualcosa di sicuro, di certificato, scritto da un professionista, un "autore di creazioni",  che abbia pubblicato un VERO libro di ricette non prese da blog a destra e sinistra, che tanto anche io scrivo su un blog e mica ho poi tutte 'ste capacità cucinerecce o tutte 'ste basi gastronomiche, e quindi dei blog mi fido fino a un certo punto (tranne ovviamente i presenti sul mio blogroll, frase adattata al web dalla più famosa "esclusi i presenti"). Ma qui si apre un capitolo, un discorso che già mi fece litigare di brutto, via web, con gli autori/trici di blasonati e osannati blog di cucina  gestiti da sedicenti esperti/e gastronomici che però vengono dalla scuola magistrale o dall'istituto per geometri - quando va bene - guadagnandomene l'odio imperituro e la cancellazione dei miei scomodi commenti dai blog sopra menzionati, e quindi sorvolo su questo spinoso argomento dei blogger autoconsacratisi esperti di cucina solo in quanto abili a destreggiarsi tra pentole e fornelli e a scribacchiare banalità cucinerecce insieme ad eventi di arte, letteratura e bricolage.  
Sorvolo, e , dicevo, cerco su un "vero" libro di cucina, la ricetta di tale torta. So bene che anche un vero libro di cucina può riportare le ricette di un geometra o di un ragioniere, ma mi illudo sempre che la dignità di stampa dia agli scrittori un'autorevolezza e una competenza che  non trovo, a volte (e solo " a volte" , ribadisco) sui vari blog di cucina, scritti da gente come me alias impiastri o dilettanti a cui qualche volta ne riesce una giusta. E quindi cerco. E trovo.
Trovo su un libro edito da Mondadori, "Il libro d'oro dei dolci", ricette selezionate da C. Bardi, una bellissima torta al cioccolato bianco. Leggo le dosi. E il procedimento. ... Mi ricordano qualcosa...aspetta aspetta... Chiappo il libro di Donna Hay, "I classici moderni vol. 2". E cerco ancora..torta torta..torta al cocco, torta al cioccolato..torta al cioccolato bianco! Tombola! UGUALE, nella sostanza, se non per pochi grammi di farina in più e la glassa nera invece che bianca. Ma precisa per il resto: tempi, temperature, procedimento, ingredienti, tutto..varia solo la forma dello stampo! Però, che delusione...anche uno dei miei libri preferiti deriva da uno scopiazzo maldestro, per quanto uno scopiazzo da una casalinga che comunque ci sa fare, Donna Hay!  E cmq tra i realizzatori del volume c'è scritto "ricette selezionate da C. Bardi", quindi in qualche modo la forma è salva..le ricette sono state prese in giro, lo dichiarano abbastanza apertamente. Ma...il fatto è che mi viene anche in mente un altro libello che era allegato, pagando un surplus, su Cucina Moderna qualche mese fa: torte al cioccolato. Lo sfoglio. E non trovo la ricetta in questione, ma con sorpresa vedo che parecchie altre ricette, e foto,  sono le stesse del libro della Mondadori con ricette selezionate da C. Bardi! Praticamente ho in casa un doppione, anzi, un triplone! Bastava che avessi comprato un libro solo e ne avrei risparmiati due!  E vabbè, almeno sono sicura che, essendo le ricette riportate tre volte, qualcuno tra i tre autori/selezionatori le avrà fatte e provate, e quindi dovrebbero essere collaudatissime e di sicura riuscita. 
E infatti è così, in effetti. Come ho giù detto in altri post, questo librone Mondadori, all'inzio da me giudicato con sufficienza, è in realtà completo e affidabile. Peccato solo trovarsi con le medesime ricette che girano di pubblicazione in pubblicazione sotto forma di selezione, raccolta o altro, facendoci spendere i nostri sudati soldini inutilmente, senza contare lo spazio che questi libri doppi occupano nella libreria.  Ma tant'è: per una volta non voglio essere polemica ma dico solo che, a dispetto di ciò che potremmo pensare..."selezionare", paga! ;-)

Ah, mancano le mie traversie con lo stampo in alluminio. Sì, lo stampo in alluminio!  Sarebbe argomento per un altro post, ma visto che riguarda questa ricetta, lo scrivo di seguito, e chi si sarà stancato di leggere, salti pure e vada direttamente alla ricetta, ma appunto, non salti di leggere e provare la ricetta. E' anche lei una delle migliori che abbia realizzato ultimamente, veloce e nello stesso tempo buonissima, e merita veramente che la proviate.

Dunque, dicevo,  lo stampo in alluminio.
Allora, avendo io  dimezzato le dosi originali della ricetta,  da cavalli (come molte delle ricette di Donna Hay e quelle di derivazione anglofona,  adatte a una famigliao tribù di almeno otto persone e non due, come la mia), avevo bisogno di uno stampo più piccolo. Troppo,  quello indicato, troppo quello da 23 cm di diametro..per la mia mezza dose andrà bene uno da venti ma...da venti ce l'ho solo in alluminio, non antiaderente;  sì, gli stampi in alluminio, quelli fighi, da chef, brillanti, lucidi,  da professionista, non col teflon, tz, stampi veri per cuochi veri!  E in effetti io l'avevo comprato solo perchè nel negozio erano sforniti di stampi da 20 cm rivestiti in teflon..;-),,e anche perchè sono carini a guardarsi!
Diligente, allora, ma con il solito e noto presentimento dietro la schiena, derivante da passati disastri, lo imburro e lo infarino. Intanto mi balena nella mente un video di Montersino "mi raccomando, quando ungete lo stampo di alluminio e poi lo infarinate, mettete solo un leggero strato di farina, e subito buttate via l'eccesso, altrimenti fa una pappetta che invece di far sformare meglio la torta la fa attaccare...". Cosa che mi è già naturalmente successa, ma che appunto, reduce dalle passate disgrazie, non ripeterò: imburro e infarino con delicata parsimonia: un velo, niente di più, niente di meno. Poi metto il composto nello stampo  e inforno. Sforno. Dovrei aspettare un quarto d'ora, al max mezz'ora e poi togliere dallo stampo, sennò so già che si formerà la condensa alla base ma.. stavolta ho infarinato pochissimo e poi...non ho il tempo di aspettare un quarto d'ora: è una (rara) bella giornata di sole, non piove, e  voglio portare Gabriele a fare un giro al Valentino, a prendere un po' d'aria buona, altro che torta e torta!  E quindi usciamo;  e lascio lì la torta, nello stampo..sempre con l'oscuro presentimento dietro la schiena... 
Rientriamo dopo circa quattro ore.  
Subito, ancora con le scarpe,  mio fiondo a togliere la torta dallo stampo: prendo un piatto, giro lo stampo..acc..  non viene. Prendo l'anzidetto (stampo) a colpetti sul fondo. Niente. Lo prendo a colpi più energici.. gli dò dei pugni, gli sferro colpi da manovale... macchè.. non esce ....prendo il coltello e lo passo lungo i bordi.. si frastagliano tutti, povera me! E in più, non esce, la btd..! Faccio un po' presa col coltello, rigiro sul piatto, batto, busso, ribatto.. plaf... 
Si è staccata, finalmente. 
In due pezzi, però. Cioè, la parte superiore, tutta bagnata dal calore e dal vapore di quattro ore è rimasta attaccata allo stampo, assieme al "velo" di farina dello stampo, formando una pappetta molliccia, insieme all'impasto, proprio come avvertiva Montersino, mentre l'altra parte invece è venuta via incolume e illesa. E' desolante.. Come farò a fotografarla, a postare questo impiastro, a dire al mondo quanto è buona (avevo già assaggiato le briciole..)?? Oh, beh, è una torta umida, la re-incollerò, schiafferò le parti molli rimaste nello stampo sopra alle parti sformate, e la rimetterò in sesto. Detto, fatto: prendo come meglio posso i pezzi attaccati allo stampo, li rovescio sulla parte asciutta e  con una "leggera" pressione della mani, li assemblo. E quindi, con inaspettata maestria,  incollo:




Sì, certo, non  è che sia il massimo,  si vede anche il pezzo dell'incollaggio, proprio lì sopra, accidenti!
Ma con la sua bella glassa sopra verrà benissimo, mi illudo.
E preparo poi  la glassa. Lego le dosi: 4 etti, dico, QUATTROETTI di cioccolato, e uno di panna circa! Un mattone, praticamente, uno strato di cemento armato, uno scafandro di glassa bianca! Riduco arbitrariamente le dosi di cioccolato  a un etto ma.. mi dimentico di ridimensionare anche la panna. E così metto anche un etto di panna, e scaldo. 
E ottengo una bagna liquida e colante, un'acquina bianchiccia che sa di malsano,  più che una glassa morbida... ma la rovescio comunque sul dolce, ormai è fatta, che devo fare.. magari si rassoderà dopo.
Manco per idea. Rimane una brodazza liquidissima che va a bagnare di brutto quasi tutta la torta. ..
Così, praticamente..:



Ma magari è buona lo stesso, mi dico..
La faccio assagiare a Gabri con la forza e le minacce di oscuramento TV e videogiochi per un anno, visto che il monello, visto l'aspetto disastroso non ne vuole sapere di ingollarla. Provo prima con le buone e a far leva sulla sua pietà, visto che "la mamma l'ha fatta apposta per te e tu manco la vuoi assaggiare, figlio ingrato!". Ma lui resiste. Capitola solo quando appunto, lo minaccio di far volare giù dal balcone i vari giochi di Super Mario e di darli ai bimbi poveri. 
Apre la bocca guardando l'impiastro bianchiccio con disgusto.
Storce la faccia, la bocca, il naso e pure gli occhi.
"E' ...è acerba!"
Come...è acerba??
Acerba, ti rendi conto, ho fatto una torta "acerba"!
Chissà cosa avrà voluto esprimere, nel suo sentimento di massimo ribrezzo, con "acerba"?? Di sicuro, cmq, non era un complimento! 
Avrà voluto dire "è bagnata",  oppure "è molle", insomma, "mi fa schifo", alla fine della fiera.
Gliela tolgo da davanti al naso, delusa ma consapevole del dolore inflitto al poveretto, ma... mi viene un lampo di genio: chiappo il coltello, e con abilità da chirurgo, seziono via la parte superiore del dolce, quella bagnata dalla brodazza di glassa molle e già reduce da operazione di incollaggio. Taglio, taglio, tolgo via, fino a dove  compare l'impasto originario, non bagnato. E poi taglio ancora ciò che resta, a quadrotti, e cambio di piatto. Spolvero con zucchero a velo i quadrotti ora  asciutti e invitanti. Impiatto su un piatto carino, nuovo di zecca. Fotografo, e, dopo un po', ri-servo al pargolo, che guarda e apre subito la bocca senza storie: come è ?
"E' buonissima, ancora!"
;-)

E se  ne è sbafati cinque quadrottoni.

Bene, ho salvato la torta.. facendone dei brownies, anzi..dei blondies! Ma credetemi, nonostante le peripezie, questa torta è buonissima, anche (anzi, soprattutto) senza glassa: morbida,cremosa, umida, veramente squisita e appetitosa! Fatela, e la rifarete!


N.B.. solo una precisazione: il libro della Mondadori  prevede una glassa di cioccolato bianco (i famosi quattro etti),  mentre nella ricetta di Donna Hay l'autrice rimanda ad una sua glassa identica come preparazione ma preparata con 150 gr di cioccolato fondente, e i soliti 125 ml di panna. 
Beh, devo dire che ha ragione Donna Hay: per quanto io abbia ridotto il cioccolato bianco per la glassa a un solo etto, la glassa - al cioccolato bianco -, insieme al dolce al cioccolato bianco, risulta veramente troppo stucchevole, dolcissima: il cioccolato bianco è, appunto, estremamente dolce. Consiglio quindi vivamente, se proprio ci volete mettere sopra una glassa al cioccolato e panna, di non usare il cioccolato bianco ma fondente, o almeno al latte, sia che la vogliate fare con 4 etti di cioccolato, sia che optiate per soli 150 gr. Ma fondente.


Ed ecco come rimarrebbe il dolce con la glassa da quattro etti..

(da  "Il libro d'oro dei dolci") ...





.... e quello di Donna Hay, praticamente uguale ma con glassa nera (consigliata!), e "soli" 150 gr di cioccolato fondente...





E ora, finalmente.. la ricetta.
E...grazie a chi ha letto tutto e non è stramazzato, tramortito, al suolo :-)



TORTA AL CIOCCOLATO BIANCO



(da "Il libro d'oro dei dolci"  - ricette selezionate da Carla Bardi - Ed. Mondadori)

Ingredienti per una tortiera  quadrata di 23 cm di lato:
(io ho dimezzato le dosi e utilizzato uno stampo rotondo da 20 cm di diametro. Tempo di cottura invariato)

250 gr di burro
450 gr di zucchero semolato
150 gr di cioccolato bianco grattugiato grossolanamente
2,5 dl di latte
300 gr di farina bianca
2 cucchiaini di lievito in polvere
1 cucchiaino di vanillina ( se l'avete, è meglio un cucchiaino di estratto di vaniglia)
2 uova grosse
un pizzico di sale

N. B.  per una tortiera rotonda, di 20 cm di diametro, dimezzare le dosi a tempo di cottura invariato.

ESECUZIONE

Preriscaldate il forno a 160°.
Imburrate una teglia quadrata di cm 23 di lato e foderatela con carta forno (io, dimezzando le dosi, stampo rotondo da 20 cm di diametro). Mettete il burro a pezzi, lo zucchero, il cioccolato e il latte in una casseruola a fiamma bassa e mescolate in continuazione fino a ottenere  un composto omogeneo (io nel microonde, mescolando qualche volta e non facendo sciogliere tutto completamente ma terminando di far sciogliere il tutto fiori dal forno). Lasciate raffreddare per 10 minuti. In una ciotola, mettere poi farina, lievito, un pizzico di sale, vanillina e uova. Aggiungere il tutto al composto al cioccolato (io ho unito tutto e frullato con frullatore ad immersione per un paio di minuti).  Mettete l'impasto nella teglia e fate cuocere per un'ora (io 55 minuti): il dolce deve rimanere morbido all'interno.
Preparate la crema al cioccolato e spalmatela sulla torta.

CREMA GANACHE AL CIOCCOLATO
Ingredienti: 125 ml  di panna
400 gr di cioccolato, grattugiato grossolanamente
(Glassa di Donna Hay:  150  gr. di cioccolato e 125 ml di panna)

Esecuzione:
Fate scaldare a fiamma bassa la panna fino a portarla quasi a ebollizione (io nel microonde). Versate la panna sul cioccolato e mescolate fino a quando il cioccolato sarà sciolto e il composto sarà liscio.
Tenete in frigorifero per circa 30 min. fino a quando sarà spalmabile.