FAGIOLI "DEL CAPITANO" AL TARTUFO NERO DELLE LANGHE



Ma chi l'ha mai detto che ci sono ingredienti "nobili" e ingredienti umili?
Ma chi l'ha mai deciso che l'aragosta è "in" mentre la buga è  da plebei?
Chi ha decretato che il filetto è da patrizi mentre la trippa è da contadini (con tutto il rispetto)??
Eppure, nella mia testa, preda di stereotipi e luoghi comuni  - come in fondo le teste di tutti noi, anche se non ce ne accorgiamo  e crediamo (certi) di essere "liberi pensatori" -  nella mia testa, dicevo, questa divisione tra ingredienti nobili e non, ancora ostinatamente rimane.
Prendiamo il tartufo, per esempio.
Ma prendiamolo proprio, materialmente, in mano!
Posso farlo, perchè ce l'ho! 
Me l'hanno inviato da Tu Langhe e Roero per il contest di cucina (regolamento qui), con ingrediente settimanale, per questa settimana, appunto, il tartufo (nero, vista la stagione), essendomi io piazzata tra le prime dieci che....han richiesto  via mail il prezioso tubero (con molti ringraziamenti da parte mia).
E quindi, il tartufo, ce l'ho.
E già l'ho anche utilizzato,  con una ricetta classica, come si conviene ad un tal partito: gnocchetti di seirass, la morbida ricotta piemontese, con salsa  profumata al tartufo: quasi un classico, per questo nobile frutto della terra langarola.
Detto ciò, dopo aver fatto il mio dovere ed avere utilizzato il caro tartufo per un piatto che, nella mia mente, ben gli si addiceva, un piatto elegante,  tono su tono, bianco su bianco (vogliamo mettere il lato artistico??) alias bianco degli gnocchetti con bianco della salsa, solo saltuariamente spezzato da un bruno (alias marrone) Van Dyck del tartufo per dare una nota di colore all'insieme, quasi un broccato, ecco, dopo aver fatto tutto ciò, ecco che mi avanza mezzo tartufo.  
E non è che io mangi pane e tartufo tutti i giorni!
E infatti lo ripongo con tutte le cure fino in frigo, ripromettendomi di utilizzarlo nuovamente con un piatto degno di tanta stirpe.
Ma ecco che il destino decide diversamente.
Ecco che Gabriele è a casa da scuola per il ponte di Carnevale.
E io pure.
Ecco che quindi, mi tocca preparare il pranzo per il pargolo.
E' vero anche che è martedì grasso ma è comunque un giorno feriale, e durante i giorni feriali non posso certo stare a sbattermi più di tanto per cucinare pranzo: ci attendono pomeriggi di compiti, fisioterapia, nuoto, catechismo, qualche visita medica che male non fa mai, un po' di sano relax alias schiaffarsi davanti alla TV a giocare alla WI-I, e quindi il pranzo è più che mai ordinario.
Ed ecco il solito dilemma.
Che si cucina, in un pranzo ordinario non delle feste?
Ok per il primo, che tanto siamo abbonati alle tagliatelle burro e salvia che me le sogno la notte, ma di secondo? La bistecca impanata l'ha mangiata ieri a pranzo, a cena l'uovo, formaggio lo mangerà stassera....toh, c'è qui una scatola di fagioli cannellini.
Sì, quelli piccoli, bianchi.
Già  lessati, solo da scolare.
E mi viene in mente un piatto che mangiavo spesso, fatto da mia mamma, mia nonna (langarole doc, di Narzole) ma anche da me, insegnatomi, appunto, da mia nonna, che, a differenza di tutte le nonne di questo mondo, tante squisitezze ai fornelli non le faceva, ma questo semplice piatto me lo ricordo come uno dei miei preferiti: i fagioli del capitano.
Cosa c'entrasse 'sto benedetto capitano, non l'ho mai capito, nè ho capito se era un ufficiale della prima o della seconda guerra  mondiale, o magari  della guerra di  Crimea o se fosse un amoretto di gioventù di mia nonna che si ingozzasse di fagioli come ogni buon capitano (!), ma i suoi fagioli erano buoni, veloci, sani e proteici, e quindi decido di farli a Gabriele.
E apro la scatola di fagioli: l'ho detto, no, pochi sbattimenti, che non è domenica!
Faccio il soffrittino, llallalllaà, canticchio, mescolo, e......
ma..
ma ho il tartufo in frigo!
Tartufo-fagioli, tartufo-fagioli-nonna-fagioli, capitano-nonna-tartufo, fagioli-tartufo, tartufo-fagioli, tartufo...
E nella mia mente, il lampo!
Chi l'ha detto che non posso aggiungere il tartufo per dare una nota di sapore in più agli umili fagioli, per giunta in scatola??
E chi l'ha mai detto che i fagioli sono umili?? Anzi, chi ha mai detto che il tartufo è aristocratico?? E se anche fosse,  chissenefrega?? Qualche Edoardo di Inghilterra non ha forse sposato tal borghesissima nonchè racchia Wallis Simpson rinuciando alla corona e conducendo  una spensieratissima e riuscitissima vita tra lazzi e frizzi? E il suo blasonato pronipote William, non ha forse sposato la scaltra e anch'essa  borghesissima Kate, sorella di miss culetto-a-mandolino, molto gradevole ma non esattamente un'icona di eleganza,  per niente nobile ed anzi leggermente pacchiana nonchè parvenue, con buona pace della Regina ??  E allora, perchè i fagioli , per di più del Capitano (che czzata;-) non possono unirsi al tartufo in un piatto veloce e senza pretese ma gustosissimo e  saporito??
E' un attimo!
Apro il frigo, chiappo il tartufo e, mentre i fagioli cuociono -e devo far veloce, che i fagioli in scatola sono già bolliti, e quindi la cottura richiede praticamente solo cinque minutini - ci affetto generose lamelle del nero tubero.
Che profumino...
E che saporino!!
Spengo il fuoco, impiatto, scatto e assaggio...
MMhh...delizia..
Ma chi l'ha detto che gli umili fagioli  (in scatola, per di più) non possono combinarsi ai preziosi tartufi??
E chi l'ha detto che i Capitani in guerra non mangiassero tartufi ma solo sbobba  disgustosa?
E poi...ma ce ne frega qualcosa, di nobili, di umili, di fagioli, di capitani, di tenenti o di Putin??
Ciò che importo è che fagioli e tartufi insime...SONO OTTIMI!!
E veloci!
Provare per credere!



FAGIOLI DEL CAPITANO AL TARTUFO NERO DELLA LANGHE

Ingredienti per due persone:
una scatola di fagioli cannellini da 400 gr totali (250 gr fagioli netti)
olio extravergine di oliva
una punta di brodo vegetale granulare
mezzo cucchiaino di concentrato di pomodoro
due cucchiai di Marsala secco
organo, timo, maggiorana o erbe varie: un cucchiaino totale 
mezzo spicchio d'aglio schiacciato
un quarto (circa un cucchiaio) di cipolla affettata
Sale q.b.

ESECUZIONE

In un tegame mettere l'olio con il mezzo  spicchio d'aglio intero ma schiacciato, la cipolla affettata, il rosmarino e le erbe (timo, origano, maggiorana: in tutto, un cucchiaino).
Fare soffriggere lentamente, poi unirvi i fagioli scolati e sciacquati.
Salare e fare insaporire un paio di minuti, poi aggiungere il Marsala. Alzare leggermente la fiamma per far evaporare l'alcool e aggiungere  una punta di cucchiaino di brodo granulare sciolto in un cucchiaio di acqua, il concentrato di pomodoro - eventualmente aggiungendo un altro cucchiaio di acqua, ma poca perchè i fagioli sono subito cotti e non avrebbe il tempo di evaporare -,  ed un cucchiaino circa di tartufo nero tagliato a  lamelle sottilissime.
Continuare a cuocere per qualche minuto (in tutto ci andranno circa 5 minuti).
Devono rimanere un po' cremosi, quindi l'acqua non deve evaporare del tutto, per non rendere troppo asciutto il piatto.
Servire caldo, anche accompagnato da crostoni di pane tostati al forno e insaporiti sfregandoli con aglio schiacciato, olio extravergine di oliva  e sale.

N.B.: ovviamente la ricetta si può eseguire anche con fagioli cannellini secchi: in questo caso, contarne 80 gr. a persona, mettere una notte in ammollo (senza sale), poi scolare, mettere in acqua fredda e far cuocere, dal bollore, fino a che non saranno morbidi (circa un paio di ore). Salare solo alla fine (per eviare che diventino duri). Poi proseguire nella ricetta come indicato sopra per i fagioli in scatola.